Finalità

Nella circolare a stampa diffusa in Torino il 20 dicembre 1911 dalle fondatrici della Pro Cultura Femminile, per dare conto degli scopi che esse si proponevano, si legge:

… si è costituita in Torino una Società pro cultura femminile, avente lo scopo di tener viva e completare la coltura che le signorine hanno già ricevuto nella scuola secondaria…

E in un successivo bollettino del 15 marzo del 1912 è scritto:

Il sorgere della Società Pro Coltura Femminile è dovuto alla considerazione che troppo poco si fa in generale da noi per la coltura della donna.
infatti non perfettamente adatte alle fanciulle sono le scuole medie ufficiali tutte di carattere professionale (tecnica e normale) e di tipo maschile, femminilizzate soltanto in quanto alle altre materie di insegnamento sono aggiunti i “lavori donneschi” per modo che le giovinette che le frequentano […] seguono il corso di studi a prezzo di un’eccessiva fatica mentale imposta per l’apprendimento di nozioni […] ne escono poi digiune affatto di discipline che non dovrebbe essere permesso a nessuna persona mediocremente colta ignorare.

Passate dalla scuola alla vita raccolta di famiglia o a quella frivola di società, le fanciulle vi si trovano in un vero isolamento intellettuale, mancando loro ogni mezzo per coltivare il proprio sviluppo mentale in quell’età di transizione dall’adolescenza alla maturità in cui soltanto è possibile formarsi una vera coltura […]. Nell’intento di non privare nessuna giovinetta colta e bene educata, ma eventualmente appartenente a famiglia poco agiata, dei vantaggi intellettuali e morali che si spera la nuova istituzione debba apportare alle giovani donne, si è ritenuto opportuno fissare una quota annua di associazione assai mite (L. 3) fidando che volontarie oblazioni di signore colte e intelligenti, capaci di apprezzare l’opportunità e l’utilità dell’associazione, contribuiranno a fornire alla medesima i mezzi necessari al suo pieno sviluppo.

In questi primi cento e più anni di vita l’Associazione, sempre fedele ai suoi scopi, ha anticipato e promosso il percorso di emancipazione delle donne, aiutandole sia a maturare una coscienza civile sia a evitare l’inerzia intellettuale che cancella o cristallizza le nozioni apprese negli anni della scuola.